UNDERWORLD

Si può schernire il dolore e la sofferenza altrui? Sì, puoi farlo metttendo un tuo ventriloquo a fare il tuo ministro degli interni. Se no, sul dolore altrui si può scherzare? Il dolore altrui si può sminuire? No, sul dolore altrui non si può dire niente. Si può solo ascoltare e cercare di capire. Se si riesce. E stare accanto. Anche se ti chiedi a cosa serva. Le emozioni di questi ultimi tre anni sono diventati sentimenti e stati d’animo costanti: le paure sono diventate ansie, le tristezze depressioni, le sorprese insicurezze, i sogni cupi incubi. Poi a volte il dolore prova ad uscire, trovando millimetrici varchi nella corazza in cui si richiude. Il suo urlo muto si fa voce, a volte anche solo gemito, sussurro. Cerca una crepa di luce che illumini il suo buio. Quella luce mostra i perché.  Scoprire i perché è l’inizio della cura.

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Un percorso, questo lavoro, terapeutico, salvifico direi, giocato tra realtà e metafore, in un buio trafitto da lame di luce, la luce della consapevolezza che prevale, lucida, cruda e ormai matura.

Complimenti.

Motivazione del giudice Giorgio Cerutti